
Il Comune coordina le attività previste nel progetto grazie alla lunga e consolidata esperienza acquisita in azioni finalizzate allo studio e al restauro di edifici del ventennio fascista. Infatti la Città di Forlì vanta un ampio patrimonio architettonico degli anni '30-'40 inserito in un piano urbanistico coerente, che comprende anche aree verdi e impianti sportivi risalenti ai primi decenni del Novecento.
Forlì ha inoltre acquisito una preziosa esperienza nella promozione del patrimonio culturale della città in quanto ha organizzato numerosi eventi culturali, mostre anche di livello europeo e ha promosso numerose pubblicazioni scientifiche nel settore in questione. Nell'ambito della Cooperazione Internazionale, e della gestione di progetti europei, vanta una lunga esperienza e partenariati nell'area Balcanica e dell'Est Europa per lo scambio di buone prassi e per lo sviluppo di servizi innovativi in vari ambiti.
In particolare, si è impegnato nella realizzazione di interventi nel settore delle politiche di inclusione sociale e di politiche educative, progetti sui giovani, di genere, di institution building e a favore degli anziani, nel settore dell'immigrazione, del turismo, della promozione imprenditoriale, della salute e dell'ambiente.
Il Comune di Forlì, come Capo-fila, è responsabile dell'attuazione del progetto e coordina i partner nella realizzazione delle attività previste dal progetto ATRIUM. Forlì gioca questo ruolo grazie alla lunga esperienza maturata nella gestione di progetti transnazionali, al forte dialogo e alla condivisione di esperienze con molti partner stranieri che partecipano al progetto ATRIUM e ad un intenso dialogo col proprio territorio che contribuisce a rendere viva la relazione fra i partner per l'elaborazione di strategie e azioni per il successo del progetto ed il raggiungimento degli obiettivi.
Inoltre, Forlì in qualità di capo-fila, monitora l'attuazione delle decisioni del Comitato Direttivo del progetto e coordina e monitora i risultati ed i tempi di attuazione, supporta i partner responsabili dei Work-package nell'attuazione dei compiti previsti ed è inoltre responsabile della gestione generale del programma.
Comune di Forlì
Unità Progetti Europei e Relazioni Internazionali
Via G. saffi, 19
47100 Forlì-Italia
Referente: Sig.ra Claudia Castellucci
tel: ++39-0543-712913
email:
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La Provincia di Forlì-Cesena è una delle nove province della regione Emilia-Romagna.
E’ composta da 30 comuni, in molti dei quali permangono importanti testimonianze dell’architettura razionalista. Infatti, come noto, Benito Mussolini nacque a Predappio, che divenne città di riferimento dell’ideologia fascista con nuove opere architettoniche realizzate su commissione del regime. Il fascismo intervenne nel territorio provinciale ampliandone i confini con lo scopo di accrescerne il prestigio a livello nazionale, non solo arricchendolo con progetti architettonici, ma realizzando opere di valorizzazione del territorio, quali rimboschimenti, potenziamenti della rete stradale e ferroviaria, insediamenti per la formazione di alto profilo (Istituto Tecnico Indistriale e Collegio Aeronautico) ed un aeroporto tra i primi in Italia.
I comuni della Provincia di Forlì-Cesena coinvolti attivamente nel progetto ATRIUM sono:
Dott.ssa Elisa Cangini
Provincia di Forlì-Cesena – Ufficio Progetti Europei
Piazza G.B. Morgagni 2 – 47121 Forlì – Italia
Telefono: 0543 714650 – Fax: 0543 447224
Email:
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Skype: elicangini
http://www.provincia.fc.it
http://www.provincia.fc.it/europa
ATRIUM è ambizioso non solo nello scopo, ma anche nella portata e nella natura del suo partenariato. Al progetto infatti partecipano 18 partner provenienti dal Sud-est Europa e sono costituiti da Dipartimenti Universitari e Ministeri, Organizzazioni non governative e Amministrazioni cittadine, portando quindi competenze specifiche ed esperienze diverse al progetto. I partner, provenienti da 11 paesi diversi (Italia, Slovenia, Bulgaria, Ungheria, Slovacchia, Romania, Croazia, Albania, Bosnia-Erzegovina, Serbia e Grecia) condividono il desiderio di porre l'attenzione, da un punto di vista storico e culturale, sul patrimonio architettonico frutto dei diversi regimi totalitari del XX secolo.
Uno degli obiettivi principali dei progetti finanziati dall'Unione Europea è di incoraggiare una visione condivisa dell'identità storica e culturale. La natura di questa partnership è quindi un esempio di riconoscimento comune dell'importanza del patrimonio architettonico del ventesimo secolo, e del suo rapporto complesso, contraddittorio e talvolta scomodo con alcuni periodi della storia europea.
Il punto di partenza del progetto è l'architettura. Infatti, tutti i paesi coinvolti nel progetto possiedono esempi di patrimonio architettonico – edifici e paesaggi urbani- realizzati durante un periodo caratterizzato dalla presenza di regimi politici che, con gradi diversi si possono definire "totalitari", anche se questo termine è caduto un po 'in disuso.
Il periodo e il contesto storico varia dal 1920 al 1930 dell'Italia fascista agli anni 1950 e 1970 delle società comuniste dell'Europa orientale. Ma il progetto riconosce proprio in questo patrimonio culturale comune l'opportunità di mettere a fuoco e valorizzare esempi di architettura che hanno un comune background teorico e culturale, elementi di interesse da parte degli esperti in architettura a livello mondiale.
Il nostro obiettivo, come è stato chiarito nella proposta di progetto, è quello di dare maggiore visibilità a questi esempi di architettura razionalista collegandoli insieme come parte di un percorso culturale che possa valorizzare queste tracce architettoniche specifiche.
Un'altra caratteristica comune dei patrimoni architettonici che abbiamo in programma di riunire è data dalla loro origine storica: i patrimoni sono frutto di regimi politici che sono stati poi ripudiati, e lo sono tutt'ora, in modo inequivocabile.
Infatti, una caratteristica comune dei regimi autoritari è di governare in maniera centralizzata, e tale forma di governo può favorire maggiori interventi architettonici ed urbanistici in tre modi distinti ma correlati fra loro.
In primo luogo, tutti i progetti dipendono dal committente e dal finanziamento, e questo è ancora più vero per le grandi opere, che possono essere commissionate da importanti istituzioni pubbliche o private. L'organizzazione e le strutture di governo dei regimi aiutano a semplificare l'aspetto della messa a punto di importanti opere architettoniche. Un aspetto complementare è costituito dal consenso che il potere politico potrebbe voler ottenere col patrocinio e gli investimenti in opere pubbliche.
In secondo luogo, dopo aver declassato l'importanza simbolica dei luoghi di partecipazione politica, in particolare i parlamenti, i regimi autoritari o totalitari possono desiderare di darsi una maggiore visibilità attraverso opere materiali che costituiscono presenze concrete, tangibili e incontrovertibile nei paesaggi urbani.
In terzo luogo, da parte dei regimi totalitari, ci può essere l'impulso a "totalizzare" l'esperienza vissuta, di standardizzare e regolamentare il comportamento dei soggetti politici nelle istituzioni (scuole, uffici, istituzioni, centri ricreativi). Questo costituisce un input culturale e sociologico specifico anche per i progetti architettonici.
Questi tre aspetti si troveranno in diversa misura nei diversi paesi partner, variando quindi da luogo a luogo sulla base dello specifico contesto politico, ma ci auguriamo che questi elementi possano fornire la base comune per un confronto proficuo.
Il patrimonio architettonico e culturale è spesso valorizzato a livello locale, per la sua storia e la sua rilevanza nel tessuto cittadino. Il progetto ATRIUM mira non solo a mettere insieme queste esperienze al fine di rintracciare aspetti comuni alla base delle diversità esistenti , ma anche a focalizzare l'attenzione sul comune contesto storico generale.
Ci auguriamo infine, che la rotta culturale che emergerà possa fornire un percorso ai cittadini europei per esplorare il ventesimo secolo, caratterizzato da eventi traumatici, attraverso i paesaggi urbani presenti nelle diverse città.